Le Grand Tour produce accessori tessili e oggetti memorabili, Made in Italy, sull’onda degli interessi degli antichi viaggiatori stranieri approfondisce la storia dei viaggi e delle guide per effettuarli. Le notizie contenute sono le più disparate, questa volta ci interessiamo di uno dei materiali che contraddistingue la nostra produzione: la Seta.

Notizie importanti per i viaggiatori del XVIII° secolo, da Palermo la produzione di seta venne diffusa in tutta Italia, in Sicilia era una attività estesa in particolar modo. Oltre che nella capitale si praticava la sua produzione a Catania, Milazzo, Castroreale, Messina e in tutta la val di Demona, ossia la parte nord orientale dell’isola, dove erano abbondantemente diffuse le piante di gelsi neri di cui si cibano i “vermi della seta” come vengono definiti i bachi; l’attività commerciale era talmente estesa da arrivare in Oriente e esistevano dei luoghi appositi deputati agli scambi, secondo quanto di seguito riportato ed estratto dalla pubblicazione di Arcangelo Leanti, Lo Stato Presente della Sicilia…, Francesco Valenza, Palermo 1761:

 

“Il Prodotto de’ Vermi di Seta portato, per quanto vogliono Carlo Sigonio nel suo Regno d’’Italia, ed altri non pochi Autori, al 1148 dal Re Ruggieri nella Capitale Palermo, e da questo dilatato nell’Isola tutta, ed indi per l’Italia, si cava abbondevolmente in Catania, Milazzo, Castroreale, e molto più di miglior qualità in Messina, e sue pertinenze, ed in tutta quasi la Valle Demini, per li tanti Alberi di Gelsi mori, le di cui foglie sono essi Bachi il proporzionato nutrimento. Le matasse di Seta, Drappi, ed altri lavori d’ogni sorta s’estraggono da Palermo, e Messina, che hanno a tal uopo i propri Consolati; ben vero, che i Drappi di questa ultima città hanno una maggior lucentezza; daddove si ricercano precisamente dal Levante li Tabì col soprannome di Ondati”.