Un regalo indimenticabile diventa un ricordo.

Alcuni aneddoti rivelano il legame tra la moda della seta e la tradizione siciliana

Se ti appresti ad acquistare un foulard della Collezione Le Grand Tour conosci la qualità che contraddistingue
il nostro prodotto, la luminosità dei capi in seta 100%, il MADE IN ITALY e la ricerca del disegno e del colore,
ma c’è dell’altro da sapere. Quale sarà quest’anno il messaggio che affiderai al tuo dono? Cosa vorrai
comunicare attraverso il tuo gesto?
Da sempre il fazzoletto di seta, questo quadrato di tessuto luminoso e colorato, più o meno disegnato è
stato il custode dei segreti e dei desideri dei giovani siciliani e delle loro famiglie. La madre dell’innamorato
era la persona a cui egli confidava i segreti del suo cuore ed era suo il compito di andare a svelare il
desiderio del figlio con la speranza che fosse corrisposto e ci fosse la giusta disponibilità economica per
concordare e concludere il contratto matrimoniale.
Anche allora l’accordo assumeva forma scritta e conteneva al suo interno una preghiera alla Sacra Famiglia e
i termini da rispettare, avvolto nella seta o in una tela veniva consegnato alla famiglia del futuro marito:
immagina con quale bramosia veniva sollevato quel tessuto, con che sguardi e gesti si accompagnasse quel
lembo di stoffa per sapere, un po’ come leggere in una sfera di cristallo, il proprio futuro. Il gradimento dei
termini comportava la custodia del foglio di carta avvolto nel suo involto di seta pregiato, successivamente
si pianificava un incontro tra le famiglie.
Una strana scena invece poteva presentarsi una mattina davanti la porta delle abitazioni di Menfi, il padrone
di casa appena uscito rischiava di imbattersi in qualcosa di ingombrante, pericoloso e appuntito: lì ad
attenderlo un albero di Natale proprio originale, inatteso fino al giorno prima, forse anche fuori stagione!
Un ceppo di fico d’india, proprio una vera Opunzia con tutte le sue spine stava lì ornata di foulard, fazzoletti
colorati, nastri, gioielli, decorato come voleva la tradizione ed allora il capo famiglia doveva iniziare la
propria indagine caricandosi sulle spalle l’albero super accessoriato e girare nella pubblica piazza per
chiedere chi fosse il temerario che avesse azzuccatu (chiesto in moglie) la figlia.
Queste e molte altre pratiche matrimoniali, descritte da Giuseppe Pitrè, appuntò Gaston Vuillier nel suo
viaggio per la Sicilia, come egli stesso riporta tra virgole nella sua pubblicazione La Sicile, impressions du
présent et du passé, L. Hachette e C., Paris, 1895:


“È generalmente la madre dell’innamorato che va a fare la domanda ufficiale e ad assicurarsi nel medesimo
tempo della dote, chiedendo l’invio del progetto di contratto, il più presto possibile.
“La minuta del contratto è concepita sempre allo stesso modo e comincia con una invocazione alla Sacra
Famiglia, a Gesù, a Maria e Giuseppe. Di solito una parente o qualche comare del vicinato la porta alla
famiglia dello sposo, avvolta in un fazzoletto di tela o di seta, che lo sposo conserva, se il contratto è
accettato.
“Subito dopo l’accettazione della minuta ha luogo l’accordo. I genitori ed i due giovani si recano a un invito
in casa di qualche parente, e quando la riunione è completa il padre e la madre della sposa annunziano
solennemente che sua figlia è promessa sposa col tale; poi, rivolgendosi ai parenti dello sposo, li informa del
tempo in cui avrà luogo il matrimonio.
“Questa proposta viene sempre accettata senza discussione; e subito si fa il trattamento con una sorta di
merenda.
“A Menfi, l’innamorato depone alla porta della sua diletta un ceppo di fico d’India ornato di foulard, di
fazzoletti, di nastri, di gioielli. L’indomani, il padre della fanciulla si carica sulle spalle il medesimo ceppo e se
ne va sulla pubblica piazza, gridando allegramente: Cu’ m’ha azzuccatu la figlia mia?... (Chi è venuto a
domandarmi mia figlia?...) Il giovanotto non si fa troppo aspettare, e se il padre della ragazza lo trova di suo
gradimento, il matrimonio è subito stabilito. Nel caso contrario gli si restituisce il famoso ceppo.